SINOSSI
La stanza è un accumulo di macerie. Un soldato sta sparando a qualcuno che non vediamo. Poi,nel silenzio, si ferma.!Comincia a muoversi lentamente mentre cerca di raccontare a se stesso, attraverso ricordi e pensieri deliranti, quello che ha vissuto e ciò che sta vivendo. In mezzo alla stanza nota un secchio, si avvicina ad esso e vi guarda dentro: sconvolto per quello che ha visto,
si allontana lentamente e si accascia a terra!
Un bambino entra nella stanza e il soldato gli fa cenno di avvicinarsi.
Ora sono uno di fronte all’altro: con tutta calma il soldato, in preda a pensieri sempre più allucinati, sfodera la pistola dalla fondina, la avvicina al bambino come se volesse sparargli ma poi, inaspettatamente, porge l’arma verso se stesso e mette la pistola nella mano del bambino.
La pistola spara un colpo. Il soldato muore!Dal nulla compare una mano che afferra il secchio alle spalle del bambino e lo porta fuori da quella stanza.
Solo ora si capisce che il secchio è ricolmo di occhi. E’ appena stato appoggiato a terra, di fronte ad una porta!
Quella porta è la porta dietro cui si trovano gli spettatori di questa storia.
Ero in macchia e alla radio ho sentito parlare dei secchi colmi di occhi che si rischiava di incontrare durante la guerra in Jugoslavia.
Solo il figurarmelo mi angosciava, è un’immagine forte, tanto da diventare per me il simbolo dell’orrore della guerra.
Ho poi scelto di esorcizzarlo rendendolo concreto, e affiancando a quell’orrore “doors of perception” di W. Blake, ho pensato che potesse essere un modo efficace per introdurre il FILM-LIVE.